Diario di due Mondiali a Sofia

Aspettando domani per il volo di ritorno ho dormito (molto).

Ho anche approfittato per un po’ di formazione seguendo una interessante conversazione dagli Stati Uniti sul presente, passato e futuro della professione fotografica (sapete che ormai FULL TIME Photographer è in declino in tutti i paesi del mondo o quasi?).

Questa cosa mi ha fatto pensare a quanto scarso sono nel “marketing di me stesso” e di quante volte mi sono fidato di quello che mi diceva un cliente (federazione o azienda che fosse) circa i budget ecc ecc. Perchè prima o poi le cose si vengono a sapere e si scopre che quello dichiarato non era proprio la pura verità. Penso che ci dovrò lavorare se voglio restare in questo mercato ancora per qualche anno (finchè la salute e l’età me lo permetteranno almeno).

In questo momento sto salvando su HD esterni il lavoro di questi due mondiali. Io che scatto indubbiamente poco per le tecnologie moderne (forse per il ricordo di quando si usavano rullini da max 36 pose) ho portato a casa qualcosa come 30.000 scatti e ho inviato ai miei clienti quasi 4.000 foto. Il tutto quasi in tempo reale come richiede la fotografia sportiva (SIGH).

Ieri sera tornato a casa dopo una piacevole cena in compagnia (la prima cena seria dopo 15 giorni!!!) ho pensato che questo lavoro, per me, non è solo un lavoro. A me dona emozioni a non finire. I volti degli atleti sul podio, i loro comportamenti così diversi durante l’inno nazionale, le reazioni nel momento che hanno capito di aver vinto una medaglia, i loro sorrisi e le loro lacrime. Ma pure la delusione quando hanno sbagliato, la rabbia, oppure il nervosismo prima di entrare in gara.

E non solo, il tifo dei compagni dagli spalti, i gesti e gli sguardi di intesa, e di nuovo quei sorrisi di gioia. Poi magari hai la fortuna di parlare con qualcuno di loro, qualcuno lo conosci anche meglio, anche solo sui social oppure perchè ti fermi a fare due parole.

Non voglio dimenticare la gentilezza e l’attenzione nei miei confronti aiutandomi a mangiare qualcosa durante le interminabili giornate di gara. P.s. grazie davvero!!!

I salvataggi non sono finiti ma direi che è arrivata l’ora per finire le due cose che sono rimaste nel frigo e preparare la valigia.

P.s. grazie a tutti voi che mi permettete di vivere tutto questo che per me non è solo lavoro ma vita!

Filippo