Il tempo passa e siamo ormai nella seconda metà di agosto. Su ogni social si parla, oltre che delle agognate ferie, del meteo piuttosto impazzito di questo anno con pioggia oltre ogni media stagionale dei passati anni. Nelle oziose giornate di relax si riesce anche a pensare indietro, a quello che abbiamo fatto e magari a quello che avremmo potuto fare.
E per un attimo ho pensato ai recenti Campionati Europei di Ginnastica Artistica che si sono svolti a Sofia (Bulgaria).
Ero a Sofia per seguire gli Europei per la Federazione Ginnastica Italiana. Il palazzetto di Sofia, la Armeec Arena (la c finale si legge z) ci aspettava ogni giorno (per più di dieci giorni lo farà) con le sue luci accennate sul campo gara e il buio sugli spalti.
La posizione mia e del responsabile media della Federazione era lì, subito appena sceso il primo scalino, pronti ad esultare per le nostre atlete ed i nostri atleti. Ma lo sapete che i fotografi, e tutti i media accreditati, NON possono esultare, applaudire o urlare? Vi verrà da ridere di sicuro, non è certo indispensabile farlo, specie se stai lavorando e hai in mano diversi kg di attrezzatura… ma delle volte avresti proprio voglia di sfogare i tuoi sentimenti!
E le emozioni non mancano.
L’espressione di Diana Bulimar, dopo aver letto i punteggi del corpo libero non vi fa subito pensare ad un “ecco, neppure stavolta” che potrebbe essere anche utilizzato per la Popa! Invece spesso succede che le emozioni esondano fuori e le lacrime di gioia, o di tristezza e rabbia, prendono il sopravvento.
Ma andiamo avanti nella nostra storia. Cosa ho visto a Sofia?
Ho visto tanti SELFIE, tanta voglia di condividere, di vivere la propria vita insieme ai social oltre che ai compagni di squadra e alla famiglia e ai supporters. Due mi sono rimasti molto a cuore: il primo è di Elisa Meneghini
Ed il secondo è della simpaticissima squadra spagnola:
Ho visto volti celebri
Ho visto tatuaggi:
Ho visto sguardi concentrati a non perdere di vista il loro obiettivo:
Ho visto amicizie, momenti di condivisione, squadre e non solo individualiste:
Ho visto le atlete olandesi “rubarci” la postazione:
Ed ho visto anche lo sforzo che questa disciplina ha dentro di se’:
Ho visto gente “volare” o “danzare:
Giorni di lavoro intenso, attimi in cui non fai in tempo a posare per un secondo la macchina a terra che ti accorgi che forse hai perso la foto che speravi ed allora ti riprometti che non la lascerai mai e poi mai. Attrezzatura che costa, pesa, foto da scattare a migliaia, e poi di corsa da controllare, scegliere e consegnare.
E poi vedi queste cose e gli occhi si bagnano come se tu fossi lì con loro, con quelle medaglie. GRAZIE di poter essere lì con loro!!!